Papà Antonio è distrutto ma cerca di restare lucido per ricordare suo figlio Francesco Pio Maimone, vittima innocente della criminalità.
Nel quartiere Pianura in Via Escrivà, conosciuta come zona delle case gialle, un via vai di persone presso le abitazioni dei familiari di Francesco Pio. Una famiglia allargata che si ama e condivide tempo libero e lavoro.
Antonio Maimone chiede che nel giorno dei funerali del figlio che si celebreranno presso la chiesa di San Lorenzo Martire, le saracinesche restino abbassate e le strade chiuse in segno di rispetto per la morte di un innocente.
“Se avessi la possibilità di parlare con il killer di mio figlio – afferma il padre Antonio- gli direi che lo odio perché Francesco Pio nessuno potrà portarmelo mai indietro”.
Uno dei fratelli di Francesco Pio, Emanuele esprime il suo dolore “non si può descrivere, chiedo solo che giustizia sia fatta affinché la morte di mio fratello possa servire a spiegare che con le pistole non si risolvono i problemi ma servono parole”.
Monica per la giovane vittima era come una seconda mamma:”Ci manca moltissimo, era un ragazzo buonissimo ed un grande lavoratore. Non abbiamo ancora avuto il coraggio di dirlo al nipotino di 7 anni. Francesco Pio era il suo zio preferito”.
Gli abitanti della zona hanno deciso di dedicare a Kekko, così lo chiamavano gli amici, il parco giochi a ridosso delle case gialle.