L’aumento della tassa sui rifiuti a Napoli arriva a fino al 20% si registra un piu’ 13 % per le case e un 22,5 per cento le utenze commerciali.. In bolletta sono previsti aggravi da 50 a oltre 80 euro. L’aggravio sarà comunque contenuto per le famiglie, sia perché ci sarà una maggiore rateizzazione rispetto a quella normalmente adottata, sia perché grazie a un fondo di 6,5 milioni di euro, sarà istituito un bonus finalizzato a compensare parzialmente le maggiori spese energetiche: l’erogazione avverrà in concomitanza del saldo Tari. Le tariffe nelle intenzioni e negli obiettivi dell’amministrazione non aumenteranno ulteriormente nel 2024 e dal 2025 potranno gradualmente diminuire adottando provvedimenti come il recupero dell’evasione, l’iscrizione automatica e anticipata al servizio Tari in caso di nuova residenza o trasferimento, l’incremento della differenziata il cui obiettivo è il 41% nel 2023 e il 60% nel 2025, nonché la realizzazione di impianti di smaltimento. Il Pd sull’argomento si divide, il capogruppo Gennaro Acampora dà il via libera all’aumento della tassa sui rifiuti, mentre a dire no è l’ex capogruppo Aniello Esposito che in Aula ha preso la parola dopo Acampora ed è stato molto critico. Nella relazione tecnica l’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Pier Paolo Baretta precisa che “le nuove tariffe comprendono l’aumento dei costi del servizio calcolati nel 2023, rispetto a quello del 2019 ultimo anno di determinazione delle tariffe, e pertanto nel valutare la misura dell’incremento va tenuto conto di questa anomalia che se oggi produce un aggravio dei costi per i contribuenti ha anche prodotto un risparmio nel triennio scorso”. L’assessore, quindi, ha confermato che la giunta ha istituito un fondo di 6,5 milioni di euro da destinare all’erogazione di un contributo economico forfettario “finalizzato a compensare parzialmente le famiglie delle maggiori spese energetiche”. Il sindaco Manfredi ha dichiarato “Quando si governa bisogna partire dalla verità e se si fosse agito così non avremmo trovato 5 miliardi di debito”. La riunione è stata sciolta a causa di un malore accusato da Sergio D’Angelo.