In arrivo una nuova stretta sulla movida, per ripristinare quiete e decoro. Da via Aniello Falcone ai baretti, nel mirino ci finiscono i poli della vita notturna.
Il discorso è sempre lo stesso, riuscire a conciliare l’esigenza di socialità e di la lavorare dei giovani e dei baristi, con il diritto al riposo e alla tranquillità dei residenti. Una problematica estendibile a tutto lo Stivale, ma che a Napoli sta conoscendo uno dei suoi apici, con i bar e le attività notturne, (e non solo loro) che man mano rosicchiano metri di suolo pubblico con i tavolini e dehors.
Scenario finale: caos e ingorghi, schiamazzi e ressa. Passeggiare per il centro storico o a san pasquale, complice anche il massiccio afflusso turistico, spesso vuol dire fare lo slalom tra i tavoli delle attività e i rifiuti. Per questo la giunta Manfredi è voluta intervenire con delle delibere che mirano a regolare non solo “il tavolino selvaggio”, ma anche a lenire le criticità legate alla vita notturna.
Per questo, oltre alle delibere che limitano le concessioni delle nuove licenze e l’occupazione di suolo pubblico, il comune ha varato un regolamento di sicurezza urbana che stabilisce le norme di una buona convivenza tra vicinato attività commerciali e il popolo della notte.
Inoltre nel nuovo regolamento è contemplata anche la figura, già presente in altre città, del sindaco della notte, il quale dovrebbe essere il garante della “consulta della notte”. Organismo che a sua volta avrà il compito di rappresentare l’amministrazione sul tema della movida. Nella pratica quindi tale figura sarà l’interfaccia tra residenti gestori e associazioni.