Il 15 aprile scorso, nell’esclusivo scenario di una hall dell’Hotel Britannique, viene siglata la pace tra gli ultras e De Laurentiis, con tanto di foto del patron del Napoli circondato dagli storici capi-ultrà
Il 15 aprile scorso, nell’esclusivo scenario di una hall dell’Hotel Britannique, viene siglata la pace tra gli ultras e De Laurentiis, con tanto di foto del patron del Napoli circondato dagli storici capi-ultrà. Invece, sulla base degli atti depositati nel corso dell’inchiesta sui raid dello scorso novembre, emerge una realtà diversa: De Laurentiis sarebbe stato costretto alla pace, a un incontro al quale che fino a qualche mese prima neanche avrebbe pensato di organizzare. Più che una vera e propria pace, quindi, una tregua armata. D’altronde al 15 aprile il Napoli era ancora in corsa per la Champions, in ballo c’erano gli introiti dell’eventuale passaggio di turno, una torta troppo ricca per farsi la guerra, molto meglio abbassare la tensione e sotterrare l’ascia di guerra.
Una circostanza su cui indaga la Procura di Napoli anche alla luce di quanto accaduto in questi mesi dentro e fuori il “Maradona” e le cui prime conclusioni sono finite agli atti della misura cautelare in carcere per il presunto capo del gruppo Masseria, Gennaro Grosso, e per il suo presunto complice Carmine Della Cerra in relazione alle aggressioni a carico di tifosi dell’Ajax a Napoli. Incidenti, come scrive la Digos nella sua informativa, che hanno consentito di esercitare pressioni nei confronti della SSC Napoli. Quanto basta per indurre la Procura ad aprire un’inchiesta per estorsione, nell’ambito della quale il presidente De Laurentiis è stato ascoltato come vittima e persona informata dei fatti.