Si allarga il fronte della protesta dei magistrati contro la riforma della giustizia varata dal ministro Carlo Nordio. Due le questione calde sul tavolo. Da un lato l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, dall’altro l’entrata in vigore, entro due anni dall’approvazione delle nuove norme, di un collegio di tre giudici al posto dell’attuale gip monocratico per la valutazione sulla misura cautelare. I vertici dei tribunali del distretto insorgono e definiscono all’unanimità il provvedimento irrazionale e ne spiegano i motivi. Il giudice che dovrà decidere sull’applicazione della misura cautelare diventa per legge incompatibile con tutti i successivi gradi di giudizio. Con questa riforma i giudici incompatibili passerebbero a tre con gravi ripercussioni organizzative causa insufficienza degli organici. Una riforma, l’opinione dei presidenti di tribunale, che non tiene conto della pianta organica dei tribunali. Altro capitolo è l’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Il ministro Nordio ha fornito dati che mostrano un numero esiguo di procedimenti e condanne ma non è questo un motivo per abolire tale reato , spiegano, bensì per meglio definire quali siano le condotte da considerare illecite. Si annuncia una estate rovente sul fronte giustizia.