Se l’Arpac ha rassicurato sulla chiazza che ha tinteggiato di verde il mare di Napoli, attribuendo il fenomeno alla proliferazione per effetto delle alte temperature di un’innocua alga, Goletta Verde boccia la Campania
Se l’Arpac ha rassicurato sulla chiazza che ha tinteggiato di verde il mare di Napoli, attribuendo il fenomeno alla proliferazione per effetto delle alte temperature di un’innocua alga, Goletta Verde boccia la Campania. Sono stati, infatti, presentati i dati finali dei campionamenti effettuati lungo le coste campane dai volontari di Legambiente. Ebbene, su 33 punti di monitoraggio, nelle province di Napoli, Salerno e Caserta, 20 sono stati campionati a mare e di questi tre sono risultati inquinati; 13 campioni sono stati prelevati nelle foci di fiumi, canali, rii e scarichi artificiali e di questi 10 sono risultati inquinati. Quindi, su 33 punti campionati 13 sono oltre i limiti di legge di cui 10 sono risultati fortemente inquinati. Tra le poche note positive, l’isola di Ischia fa l’en plein, 4 punti su 4 monitorati entro i limiti. Come detto, 10 i punti che sono risultati fortemente inquinati: in provincia di Caserta la Foce del Regi Lagni; in quella di Napoli la foce del canale di Licola, il mare a 50 metri a sinistra della foce dell’alveo Volla, la foce del Sarno; 6 i punti nella provincia di Salerno fortemente inquinati tra cui le foci del Reggina Minor a Minori e del fiume Irno a Salerno.
Dati che dimostrano che, come sottolineato da Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania, “le foci dei fiumi e gli altri luoghi simbolici per l’inaccessibilità al mare sono diventati ormai malati cronici in conseguenza non solo di una cattiva gestione del sistema depurativo ma anche di un incremento della pressione antropica sulle località di mare, e di criticità che vengono dall’entroterra della regione che si amplificano lungo i corsi d’acqua che sfociano in mare”. Di qui la necessità di investimenti nel sistema della depurazione.