Sono in corso le indagini per risalire all’identità di “Lupin Angioino” che ha firmato la rivendicazione dell’incendio di Castel Nuovo. Con il rogo sono stati distrutti e portati via atti relativi a pratiche di condono della città di Napoli, dell’isola di Ischia e dei paesi vesuviani, a permessi e concessioni edilizie per cambi di destinazione d’uso di edifici.
Durante l’incendio, è stato compiuto anche un raid negli uffici della Soprintendenza, per gli inquirenti si tratta di un’unica regia. In campo gli uomini della Digos che stanno valutando la tipologia dei documenti sottratti o distrutti e il percorso effettuato dai teppisti che sono passati dalla scala G dove era rotta la serratura.
Un particolare questo che pone in evidenza la problematica della sicurezza di un luogo storico e della valenza dei documenti custoditi. Si esclude la pista anarchica e le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Filippelli, si concentrano su un gesto vandalico o una ritorsione per un possibile licenziamento o per il diniego di un permesso. Vertice del Comune e della Soprintendenza per realizzare un inventario dei fascicoli distrutti valutando eventuali permessi negati che potrebbero essere alla base del doppio raid.