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Tre assegni per un totale di 30mila euro, un paio di immobili per un totale da 120mila euro e tante scuse, tanto vale la vita di un ragazzo di 26 anni distrutta senza un motivo per i due imputati per l’omicidio di Giulio Giaccio – sequestrato da finti poliziotti, ucciso e sciolto nell’acido per un errore di persona –  che provano a giocare una mossa dettata dall’esigenza di sfuggire a una possibile condanna all’ergastolo.

Un’offerta risarcitoria respinta con il fermo NO della famiglia colpita 23 anni fa da un lutto assurdo.

I parenti della vittima hanno deciso infatti  di non accettare tale offerta, dal momento che essi confidano esclusivamente nelle determinazioni dell’autorità giudiziaria e che chiedono venga fatta giustizia per chi ha spento per sempre il sorriso di Giulio.

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