La Procura di Napoli sta indagando sulle violenze verificatesi domenica scorsa sugli spalti dello stadio Maradona in occasione della partita tra Napoli e Milan. Un pool di magistrati specializzati in reati da stadio, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Amato sta indagando sulle aggressioni scoppiate in curva B e sulle presunte imposizioni a cui sarebbero stati sottoposti i tifosi per mano di alcuni gruppi ultrà che avrebbero vietato ai supporters azzurri di tifare, obbligando al silenzio, e addirittura avrebbero imposto di dare le spalle al terreno di gioco. Al vaglio della Polizia ci sono i video degli scontri in curva, innescatisi, a quanto pare, quando uno dei gruppi ha intonato cori contro il presidente rompendo così il silenzio concordato. I reati ipotizzati al momento sarebbero rissa e violenza privata. Le indagini, mirano anche a fare luce sulla presunta volontà da parte della tifoseria organizzata di esercitare pressioni nei confronti della società presieduta da Aurelio de Laurentiis. Al centro della protesta degli ultrà ci sarebbero soprattutto il “caro-biglietti”, la fidelity-card e, la rigida applicazione delle norme che regolano l’introduzione di bandiere, tamburi e altro materiale utilizzato per supportare gli azzurri nonché la decisione di creare un evento a numero chiuso per festeggiare la vittoria dello scudetto. Nel mirino della Digos finiscono una quindicina di capi ultrà che secondo la Procura starebbero cercando di ottenere il controllo della festa in piazza e la gestione degli spalti mettendo in atto una strategia per colpire il presidente De Laurentiis in un momento decisivo per la squadra sul fronte campionato e Champions. Un gioco di potere che nulla a che vedere con il tifo e la passione per la propria squadra.